top of page
gr4_edited.jpg

Chi Sono

Ricordo ancora la mia prima coreografia, ne sono stata ideatrice, regista, costumista e interprete. Si intitolava Il Ballo del Guanto.

L'idea nacque dalla scomparsa di uno dei due guanti rossi bordati di pelliccia sintetica che amavo tanto. Per colmare il vuoto di questa terribile perdita e rendere onore al sopravvissuto Guanto Destro, decisi di impiegare la mia sconfinata immaginazione nella creazione di una danza in suo nome.

La prima assoluta (nonché unica) ebbe luogo nel salotto di casa dei miei. Lo spettacolo fu un successo e, se non ricordo male, concessi anche il bis.

Avevo 3 anni.

 

Umilmente, e con solerzia, intrapresi lo studio della danza accademica. Mi servivano “le basi” (?).

L'amore fu totalizzante per quasi 15 anni. Ogni tanto qualche scappatella con il Modern-Jazz, ma mai nulla di serio.

La passione per la tradizione iniziò a vacillare quando mi accorsi che a starmi stretto non era solo il concetto di rigore e disciplina, ma anche il tutù. L'adolescenza fu generosa e mi regalò taglie di reggiseno sufficienti a definire il mio “uno sviluppo precoce”, termine che avrebbe fatto inorridire anche il più punk dei maestri di balletto. Per di più le mie “doti” erano buone, ma non eccelse, e in questo mondo si sa: no spaccata, no party!

 

Il desiderio di trasformare la passione per il ballo nel mio futuro era però sincero, ma divenne chiaro solo durante l'estate del diploma.

Superai l'audizione e venni ammessa al M.A & S., un'accademia privata all'epoca in voga a Milano, indirizzo: danza contemporanea.

Furono gli anni delle scoperte. Io di anni ne avevo 20. Incontrai insegnanti per me rivoluzionari che mi chiedevano di imparare a sentire il movimento e non solo di eseguirlo. Wow!

Ballare a piedi nudi, lasciar “respirare” le articolazioni, improvvisare ed entrare in connessione con le possibilità del mio corpo uscendo dalle convenzioni di una forma imposta ed entrando nell'esaltazione dell'individualità.

Questo, per me, era la rivoluzione!

Ed è in questo senso che seguirono gli anni da danzatrice. Da Milano a Catania, poi a Londra, Tel Aviv, e svariate tappe più o meno lunghe in contatto con persone, insegnanti e metodi. Un lungo periodo di viaggi a fare scorta di esperienze, informazioni e, ahimè, di tanto in tanto, delusioni.

1992, il periodo della Danza del Guanto.
2010%2C%20M.A.%20%26%20S._edited.jpg
Giugno 1996, gli anni della danza classi
Giugno%202011%2C%20in%20scena%20b_edited

Ad un certo punto, non ricordo come, forse per il naturale corso degli eventi, mi trovai di fronte a degli allievi e al titolo di insegnante.

Fu in quegli anni che incontrai il Pilates. Era facile che un danzatore incrociasse la sua strada con questo metodo: il supporto muscolare e l'attenzione per le linee e per la precisione ben si adattano all'allenamento di un danzatore. L'esperienza mi rendeva semplice comprendere il messaggio che il Pilates trasmette, per non parlare del sollievo che mi diede dai fastidi che la sciatalgia mi procurava, e che la danza non faceva che aggravare.

Passarono così i primi anni di insegnamento della danza contemporanea e del Pilates, e con loro la mia continua formazione.

 

Arrivò poi il 2016 e fu per me un anno estremamente significativo.

Ottenni la certificazione di Master Teacher Pilates. Traguardo che raggiunsi con la Federazione Italiana Fitness (FIF) e per il quale preparai una tesi di riabilitazione per persone colpite da Sindrome Post Polio. La mia cara mamma fu un eccellente caso di studio, nonché allieva partecipe e volenterosa.

Nello stesso anno portai a compimento il mio primo progetto da coreografa indipendente: #womanshot. Short film, spettacolo dal vivo e vernissage in favore della lotta alla violenza sulle donne. Fu un'esperienza totalizzante ed estremamente arricchente.

Sentivo però il bisogno di prendermi del tempo. Fermarmi, pensare, sentire.

Partii alla volta del Cammino di Santiago. In quasi 1000 km di percorso passai molto tempo sola, ma anche in compagnia. Condivisi esperienze, pensieri e speranze ed ebbi anche il tempo di innamorarmi a distanza.

Novembre 2016, Progetto #WOMANSHOT c.jpg
Luglio 2016, Master Teacher Pilates.jpg
2016 b.jpg

Tornai dalla Spagna con uno zaino ancora più leggero della partenza, un amore agli albori e nelle mani la sola certezza che il mio cammino era appena iniziato.

Fu questo il momento in cui aderii alla formazione Feldenkrais, che il fato fece apparire a 20 km da casa, nel giorno del mio ventottesimo compleanno.

Desideravo dare un nome alle mie ricerche, scoprire un modo diverso di approcciarmi al corpo nella sua interezza e calarmi in profondità nelle sensazioni, nel modo in cui imparare ad ascoltare noi stessi offra possibilità di cambiamento.

Si dice che il Maestro risponde quando l'Allievo è pronto, e il Feldenkrais si era appena fatto trovare per rispondere alle mie domande.

 

Il 2017 così fu l'anno della costruzione: trovai un Reformer un po' antiquato grazie al quale aprii il mio piccolo studio di Pilates (la prima versione dello Studiolo), e nel frattempo iniziai i miei studi.

Mentre lo Studiolo iniziava a popolarsi, le mie conoscenze lo seguivano, estasiata al pensiero di quanto sconfinata sia la capacità del corpo di imparare e di quanto questo influisca enormemente sulla nostra salute mentale ed emotiva.

Oggi sono alla fine del terzo anno di studi e, all'interno di uno Studiolo che nel frattempo si è trasformato in FormAzione, io continuo ad evolvermi. Mi stupisco ogni volta che mi guardo indietro, ripenso a come la vita sia fluita imprevedibilmente fino a qui e non mi abbia lasciato un solo giorno senza insegnarmi qualcosa.

 

Mi piace pensare di essere una persona che sa cogliere le possibilità del presente, facendo tesoro delle esperienze del passato

e con un'inguaribile fiducia verso il futuro.

É per questo che U.MUV.U è nato.

È per questo che sono qui ora e vi ho appena raccontato chi sono e da dove vengo.

Aprile%202019%2C%20studente%20in%20forma
Febbraio 2020, Studiolo Formazione.jpg
Chi sono: Chi sono

Seguimi

  • Facebook
  • Instagram
bottom of page